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Un pianoforte HiFi

Il pianoforte Yamaha Disklavier è, come si vede dalla foto, un normale pianoforte verticale (ma ne esistono anche a coda) che ha però la possibilità di registrare e riprodurre i brani musicali eseguiti su di esso o su una qualunque tastiera midi. A differenza della tastiera midi, che per suonare usa il proprio generatore elettronico, il Disklavier utilizza invece il sistema meccanico costituito da tasti martelletti corde ecc. che possiede in quanto pianoforte. Chi volesse saperne di più sul Diskavier può entrare nel sito della Yamaha ed ottenere tutte le informazioni che desidera.

Il sistema midi usa 16  canali (numerati) di registrazione per i vari strumenti o suoni dell'orchestra e, per la riproduzione richiede un sistema, normalmente esterno,  di amplificazione con relativi diffusori. Nel Disklavier  tutti i 16 canali possono essere registrati con la tastiera mentre, in fase di riproduzione, la meccanica è normalmente attivata dai canali 1 e 2 ;  gli altri  confluiscono invece nelle uscite audio L e R dell'unità di controllo, a disposizione di un sistema di amplificazione esterno. La mia descrizione è semplificata perché non è il sistema midi che ci interessa. Si è capito comunque che il Disklavier è autonomo per la esecuzione e riproduzione di brani pianistici, mentre richiede un sistema di amplificazione per la riproduzione di brani orchestrali

Nella foto di destra si vede il Disklavier sormontato da una mensola nella quale trovano posto un registratore a cassette, un amplificatore, l'unità di controllo del Disklavier, un lettore CD (la foto non è chiarissima). Insomma sembra che ci sia tutto quanto occorre. E i diffusori? In un primo tempo tenevo le elettroniche in un piccolo rack ed al posto della mensola avevo collocato due minidiffusori. Si trattava di una soluzione non soddisfacente né dal punto di vista tecnico né da quello estetico. Il primo problema era quello di sostituire e nascondere i diffusori, migliorandone nel contempo le prestazioni ed il secondo di avere gli apparecchi di controllo del suono a portata di mano dell'esecutore (il Disklavier permette infatti di suonare accompagnati da una base già registrata e riprodotta dal generatore).  Il secondo problema è stato risolto con la mensola che nella foto sembra appoggiata al piano ma in realtà è separata ed ancorata al muro. Il primo problema era di più difficile soluzione perché il sistema di diffusori, per la ragione che dirò dopo, nella regione dei bassi doveva poter scendere fino alla nota più grave del pianoforte, cioè a 27,5 Hz.
Togliendo la tavola sopra la tastiera, appare la meccanica del pianoforte. Sfruttando lo spazio tra la tavola e la meccanica ed utilizzando la tavola come baffle, è possibile collocare degli altoparlanti anche di dimensioni generose. L'interno del pianoforte diventa così una custodia quasi ideale per la presenza della struttura meccanica (costruita prevalentemente con legno e feltro) che contribuisce ad assorbire la radiazione posteriore del woofer ed ostacola la formazione delle onde stazionarie. Naturalmente sarebbe stato un delitto
utilizzare la tavola originale, che infatti ho messo da parte ed ho sostituto con una di identiche misure  che ho forato per montarci gli altoparlanti e poi ho rivestito sulla faccia anteriore con moquette nera trasparente al suono. Il risultato è quello che si vede nella foto in alto.  Nella penombra  peccaminosa del mio salotto non si notano le piccole differenze rispetto a prima. A destra si vede mezza tavola con gli altoparlanti del canale destro. Ho utilizzato componenti Focal che avevo da parecchio tempo invenduti nel mio negozio. A lavoro ultimato però ringrazio questa circostanza; il sistema funziona  egregiamente, i componenti sono di massimo livello. Ma per scendere a 27,5 Hz occorreva un sub che però non avrei saputo dove mettere.

Come si vede dalle foto, il pianoforte è a ridosso di una parete al di là della quale c'è una camera da letto nella quale ovviamente, quando si suona, non c'è nessuno. Dunque, spazio disponibile per una immensa cassa acustica, ovvero per un baffle  veramente infinito. Si trattava solo di forare la parete dietro il pianoforte e piazzare i sub.

Ecco fatto. I due woofer sono degli splendidi e tutt'ora insuperati AR11 che, con la loro risonanza a18 Hz  permettono di ottenere il risultato desiderato. Il sistema di altoparlanti è asservito ad un crossover  che consegna le frequenze al di sopra dei 120 Hz agli altoparlanti superiori e quelle al di sotto ai sub. Il sistema è collegato all'amplificatore in biwiring. Non perché io creda a questa tecnologia, che anzi considero una fesseria.

In questo modo però ho la possibilità, per mezzo dei commutatori che l'amplificatore possiede. di attivare l'intero sistema oppure il solo sub. A cosa mi serve?  Il Disklavier consente di associare alle note prodotte dal piano, una qualunque delle circa 130 voci del sistema midi prodotte dal generatore e riprodotte poi dal sistema di amplificazione. Associando la voce del basso acustico e limitando l'effetto alle frequenze al di sotto dei 120 Hz (cioè attivando il solo sub) si arricchiscono le note basse del piano di quegli armonici (la fondamentale del primo LA è a 27,5 Hz) che in un piano verticale, per la minor lunghezza delle corde,  sono assenti o limitati rispetto ad un coda.  In pratica, in questo modo, il Disklavier verticale suona come un gran coda. . I miei amici pianisti, con i quali ho registrato i midi files della pagina piano midi files, sono affascinati da questa possibilità. Utilizzo il sistema descritto sopra anche per ascoltare CD e quant'altro ed il mio giudizio è che esso non abbia nulla da invidiare ad altri sistemi HiFi di elevata qualità.

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