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Omeopatia    di Sergio Canini

Mi tiene compagnia, durante il lavoro, il terzo programma di radiorai che, alternando il jazz alla musica classica, e poi con le varie rubriche ed i radiogiornali mi accompagna fino all'ora di chiusura. Tra le rubriche del mattino ce n'è una dedicata alla scienza che attira particolarmente il mio interesse. Poco tempo fa l'argomento del giorno era "scienza e pseudoscienza", conduceva Claudia Di Giorgio, fino ad allora la mia conduttrice preferita di quella rubrica per la padronanza con la quale trattava di giorno in giorno i vari argomenti ponendo anche domande pertinenti a coloro che si alternavano al microfono (scienziati e ricercatori) e spesso chiarendo le loro risposte quando esse erano troppo tecniche. Quella mattina, dopo la varie interviste nelle quali si ribadiva che cosa è scienza e cosa non lo è (ma le risposte erano abbastanza scontate) quando si aprì il tempo riservato agli ascoltatori durante il quali essi possono porre domande e fare osservazioni, decisi di intervenire chiedendo perchè, durante la trasmissione, nessuno aveva citato, fra le non scienze, l'omeopatia. La mia domanda venne giudicata interessante dall'assistente che filtrava le telefonate, quindi la potei porre in diretta a Claudia di Giorgio. Appena la ebbi formulata fu evidentissimo l'imbarazzo della conduttrice ed il suo tentativo di evitare che continuassi ad esporre il mio quesito, riuscii solo a dire che nessuno aveva mai dimostrato che l'acqua conserva l'impronta delle molecole che già si passava alla domanda di un altro ascoltatore. Fu un'evidente censura dettata da ancora più evidenti ragioni. Si possono toccare gli astrologi ma guai a toccare i medici, anche se medici omeopatici. Ma non voglio porre l'accento su questo fatto, desidero invece approfittare della piccolissima visibilità che mi offre il mio web per dire come la penso sull'omeopatia ed eventualmente aprire una discussione (forum) sull'argomento con chi vorrà contribuirvi. Orbene tra le medicine alternative credo che l'omeopatia sia al primo posto, inoltre esistono moltissime persone che si curano con successo (dicono) con tale medicina. L'omeopatia nasce circa 200 anni fa ad opera di un medico di nome Hahnemann (1755 1843) il quale, conseguita la laurea in medicina, trova inadeguate le terapie in uso nell'epoca e, partendo dall'osservazione che le stesse sostanze che curano la malattia, assunte in assenza della stessa possono provocare gli stessi sintomi immagina che gli agenti delle malattie oppure sostanze che provochino gli stessi sintomi delle malattie. possano anche servire per curarle, se assunte in piccolissime dosi. In particolare egli osservò gli effetti del chinino che già allora si usava per curare la malaria e che preso in assenza della malattia, sembra che ne provochi gli stessi sintomi.  Si tratta di una teoria che oggi nessuno prenderebbe in considerazione, ma allora poteva apparire  nè migliore nè peggiore delle teorie vigenti. Nessuno rilevò il fatto che in effetti il chinino cura sì ma a dosi terapeutiche e che a piccolissime dosi è inefficace. Non si può non notare, oggi, come il pensiero di Hahnemann sia stato probabilmente influenzato dalla pratica della vaccinazione antivaiolosa che, sia pure non nelle forme che oggi noi conosciamo, veniva praticata dai cinesi fin dai tempi antichi e che fu introdotta in Europa da Lady Montague nel 1717  Si trattava di far contrarre agli individui ancora sani forme benigne e quindi non mortali della stessa malattia, avendo notato che l'ammalarsi di tale tipo di vaiolo preveniva poi dall'ammalarsi delle forme gravi e mortali. In realtà fu Jenner, un altro medico contemporaneo di Hahnemann a  perfezionare la preparazione e l'applicazione del vaccino antivaioloso e 100 anni più tardi fu Pasteur a comprendere la tecnica che avrebbe permesso di preparare vaccini anche per altre malattie di tipo infettivo. Tornando ad Hahnemann, questi, influenzato o meno dalla pratica della vaccinazione, ritenne di poter preparare dei farmaci sottoponendo a fortissima diluizione gli stessi agenti che provocavano la malattia (oppure gli stessi sintomi della malattia) dinamizzando inoltre le successive soluzioni al fine di conferire alla stessa acqua che costituiva il solvente proprietà terapeutiche. Per meglio chiarire come avviene la preparazione di un farmaco omeopatico è bene seguire passo passo il processo. Dunque si prende una frazione dell'agente  ritenuto utile per la cura (che in definitiva sarebbe lo stesso che provoca la malattia) e lo si pone in un litro di acqua contenuta in un recipiente che può essere una bottiglia. Si tappa la bottiglia e si agita per parecchie volte (gli omeopati preferiscono usare il usare il verbo dinamizzare, ma è la stessa cosa). Quindi si prende una goccia di acqua da questa bottiglia e la si versa in una seconda bottiglia contenente un litro di acqua, si agita. si prende una goccia e la si versa in una terza, si agita ed in una quarta, in una quinta, in una sesta, in una settima, in una ottava, in una nona, in una decima. Ora il farmaco, cioè l'acqua contenuta nell'ultima bottiglia è pronto, oppure si procede ad ulteriori diluizioni e dinamizzazioni. Mi sorge spontanea una domanda:è ragionevole ritenere che l'acqua contenuta nell'ultima bottiglia rappresenti un farmaco?. Ma se la ragione  induce a dare una risposta negativa alla mia domanda spontanea, in tale senso orienta anche qualsiasi considerazione di tipo scientifico.  A proposito della diluizione, quando questa è arrivata a livello molecolare, non può procedere oltre. In altre parole nell'ultima diluizione c'è per lo meno una molecola della sostanza attiva oppure no. Ma se c'è, trattandosi di sostanza che provoca una malattia, potrebbe essere venduta? Ed in ogni caso, che effetto può avere in un individuo che essendo malato di tale malattia, ospita già milioni o miliardi di tali molecole? Gli omeopati sostengono che  l'acqua conserva l'impronta delle molecole delle sostanze con le quali è venuta a contatto, una specie di memoria a cui sarebbe indotta dalla dinamizzazione (agitazione). Anche se fosse vero non si vede perchè questa acqua dovrebbe agire da farmaco. L'organismo malato sta già facendo il possibile per combattere la malattia e lo stimolarlo con un prodotto che conserva una memoria della stessa malattia non può in alcun modo essere di aiuto. Ma l'esistenza di questa memoria dell'acqua è stata dimostrata una sola volta, negli ultimi duecento anni da un laboratorio che aveva commesso un errore e smentita nei giorni successivi dalla stesso laboratorio e da tutti gli altri laboratori del mondo. L'efficacia dei farmaci omeopatici non viene inoltre testata per confronto con il placebo a con altri farmaci la cui efficacia sia nota, come accade invece per i veri farmaci che, in assenza di queste certificazioni, non sarebbero ammessi alla vendita. E allora? Similia similibus curantur? Basta una frase latina per accreditare l'omeopatia?

Sergio Canini        30/07/03

Forum

From: paolo buonamico
To:
canini@caninialtoparlanti.it
Sent: Monday, August 04, 2003 11:42 PM

Salve ci siamo già parlati o meglio scritti altre volte (si trattava di aggiustare altoparlanti, per ora ancora lì a morire, si vedrà). Le scrivo perchè sono un medico e condivido pienamente ciò che dice. I farmaci omeopatici sono di due tipi. Quelli veri che corrispondono a quanto descritto ed un'altra categoria che contiene sostanze naturali etc.,comunque farmaci. Per i primi l'articolo è più che esauriente. I pazienti che rispondono a queste terapie, parlo in particolare di soggetti asmatici risponderebbero altrettanto bene a trattamenti psicoteraupetici e spesso lo fanno. Del resto la medicina spesso vive (anche quella ufficiale ) di queste truffe e tanti farmaci non vengono realmente testati contro placebo. Lo stato che fa? Bene lo stato in pratica consente la vendita del prodotto (infischiandosene del consumatore) ma si rifiuta di rimborsarlo. E così si permette di vendere in farmacia ( che è comunque una concessione di stato e come tale inganna il cittadino) prodotti omeopatici e non la cui efficacia non è  dimostrata (........) Della serie: attacchiamo l'omeopatia che è a mio modo di vedere una vera truffa, ma educhiamo la gente e se mai qualcuno attraverso associazioni di consumatori o similari decidesse di attaccare l'omeopatia ( che andrebbe realmente proibita) attaccasse anche la vendita di farmaci di non provata efficacia in farmacia o almeno richieda la scritta "farmaco la cui efficacia non è stata dimostrata in studi in doppio cieco"(......) é una grande truffa in cui ovviamente l'omeopatia si è ritagliata il suo angolino che verosimilmente al di là della sua natura (farmaci contenenti acqua) forse è proprio l'angolino più sporco. Ma qui lo sporco è evidente.............................

La lettera del dr. Buonamico, che pubblico solo per la parte che riguarda l'omeopatia,  mi offre lo spunto per ulteriori riflessioni. Gli omeopati hanno a disposizione, per curare (?) i loro pazienti, due tipi di farmaci: i farmaci omeopatici che come abbiamo visto sono fasulli in quanto non possono avere efficacia terapeutica, ed i farmaci a base di prodotti naturali (prodotti per lo più di origine vegetale) e che sono veri farmaci, conosciuti anche dalla medicina ufficiale ma probabilmente caduti in disuso perchè sostituiti da prodotti più efficaci, che però non sono farmaci omeopatici in quanto non fanno parte della serie "similia similibus ecc." Pertanto chi si cura (?) dall'omeopata è comunque ingannato. Lo è quando gli viene dato un farmaco omeopatico perchè inefficace, e lo è quando gliene viene dato uno naturale, che potrebbe anche curarlo, che però non è un prodotto omeopatico. Un po' come  se l'agopunturista iniettasse l'antibiotico od un altro farmaco con gli aghi.

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Caro signor Canini,
la ringraziamo per l'ascolto e l'impegno profuso a contattarci. La questione dell'omeopatia come sa e' molto controversa. Personalmente ritengo che le sue argomentazioni siano convincenti, ma devo confessarle di non ricordare l'episodio da lei menzionato relativo alla puntata di Claudia di Giorgio.
In ogni caso avremo certamente modo di riparlare ancora in futuro della questione e pertanto la invitiamo a continuare ad ascoltarci e, se lo vorra', ad intervinire.
 
Cordialmente,
 
Luca T. Barone
Radio3scienza

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----- Original Message -----
From: Laboratori Geas SRL
To: canini@caninialtoparlanti.it
Sent: Thursday, September 25, 2003 9:29 AM
Subject: omeopatia e dintorni

Caro Sergio,
sull'omeopatia non ho molto da aggiungere a quanto detto, condivido completamente quel che è scritto nel tuo forum. Mi occupo di analisi da 20 anni e non di terapia, però vedo molta gente e tanti si curano con l'omeopatia. Bene l'idea che mi sono fatto è che la pratica omeopatica abbia un notevole effetto placebo, a questo aggiungi, e la considerazione vale anche per la terapia tradizionale, che la guarigione spesso avviene comunque. Voglio dire che, fortunatamente, si tende a guarire comunque. Pensa quante volte diamo ad esempio, antibiotici a sproposito, per infezioni di natura virale. Orbene si guarisce lo stesso, ma si attribuiscono erroneamente meriti alla terapia. Credo che questo sia tutto.
 Alfredo

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Ho  informato il Professor Silvio Garattini, direttore dell'istituto Mario Negri, dell' esistenza della mia pagina sulla omeopatia. Egli ha avuto la cortesia di rispondermi mostrando apprezzamento per la stessa. Mi ha inoltre inviato alcuni suoi articoli consentendomi di pubblicarli qui

Omeopatia: grazie no! 

Inviato a Quark

 I rimedi omeopatici non sono accettabili in campo terapeutico per almeno tre ragioni principali:

 1.   Le ipotesi su cui si fondano questi trattamenti gli effetti opposti delle dosi alte rispetto alle diluizioni infinitesimali non sono mai state dimostrate. Analogamente la possibilità che scuotimenti imprimano all’acqua caratteristiche terapeutiche (la memoria dell’acqua) è stata smentita da sperimentazioni adeguate. Va aggiunto che le ipotesi non sono state avvalora dopo oltre duecento anni.

2.   I prodotti che si vendono in farmacia, a causa della diluizione, non contengono più una sola molecola del principio attivo o del prodotto riportato sull’etichetta. Perciò i rimedi omeopatici sono intercambiabili fra di loro, perché tutti contengono la stessa cosa: il nulla al di là dei solventi o degli eventuali eccipienti. Non esiste per questa ragione alcun metodo di controllo. Differentemente dai farmaci se togliamo ai prodotti omeopatici l’etichetta nessuno è più in grado di identificarne l’origine.

3.   Gli studi chimici controllati eseguiti finora con i rimedi omeopatici non offrono conclusioni certe. Non esistono dimostrazioni della loro efficacia terapeutica. Quanto più gli studi sono ben fatti, tanto più sono negativi. L’impiego dei rimedi omeopatici in presenza di patologie gravi è perciò pericoloso, perché può impedire 1’ utilizzazione di farmaci efficaci, quando siano disponibili. 

I rimedi omeopatici non hanno perciò alcuna validazione scientifica; sono frutto di un atteggiamento fideistico, alimentato da una pubblicità tutta a vantaggio di significativi interessi economici dei produttori, dei prescrittori e dei farmacisti. 

Milano, 15 luglio 2002 

Silvio Garattini

 

I RIMEDI OMEOPATICI

 

 

11 termine “rimedi” è giustificato dal fatto che è molto difficile definirli “farmaci” dato che non è appropriato l’impiego della dizione farmaci omeopatici normalmente utilizzata. Infatti per farmaco si intende un prodotto che contiene un principio attivo ad una dose ben definita e comunque determinabile. Per le stesse caratteristiche il rimedio omeopatico non è analizzabile. Date le diluizioni utilizzate nessun metodo analitico è in grado di misurare quale sia la concentrazione del principio attivo. Non solo, ma considerando quanto è noto dalla chimica, le enormi diluizioni utilizzate nei rimedi omeopatici rischiano di far si che il prodotto finale non contenga neppure una molecola di principio attivo. Possiamo perciò affermare senza tema di smentite che le scatolette multicolori che si trovano, ahimé, nelle farmacie contengono tutti la stessa cosa. Tanti nomi spesso difficili da interpretare hanno in comune., il nulla! Non contenendo dei principi attivi è difficile perciò utilizzare il termine di farmaco.

Credere nei rimedi omeopatici non è compatibile con una visione razionale delle cose, significa invece avere una fiducia nel magico. Certo sono molti coloro che utilizzano rimedi omeopatici anche se raramente gli stessi vengono impiegati da soli. Spesso infatti sono utilizzati in associazione con farmaci tradizionali ritenendo che essi possano aggiungere un qualcosa in più. Non vanno confusi perciò i risultati che vengono riportati con la reale efficacia che spesso è determinata dai “veri” farmaci.

Credere all’omeopatia fin che si sta bene o si hanno disturbi minori o passeggeri può essere un semplice atto di creduloneria o di mancanza di conoscenze scientifiche. Ben più grave è il problema dell’impiego dei rimedi omeopatici per malattie gravi che possono in molti casi essere migliorate dai farmaci tradizionali. L’omissione può portare ad un peggioramento della malattia fino al punto di “non ritorno”. Ancora più grave è l’atteggiamento dei genitori che utilizzano, con la scusa della libertà di cura (ma quale libertà?) i rimedi omeopatici per i bambini, danneggiandone la salute 

Silvio Garattini

Direttore 

Milano, 8 Settembre 1999

SGIgbp

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da
www.vaccinetwork.org

il manifesto - 28 Settembre 2003

SOCIETA' pag. 9

Superdivulgatore. In pillole

Come Andreotti Piero Angela si è fatto difendere dagli stessi avvocati del leader dc Processo a Catania contro Piero Angela, accusato di aver diffamato l'omeopatia nel suo Superquark. "Non è scienza", ribadisce in aula il
popolare decano della divulgazione tv, sfidando una larga fetta di cittadini italiani (e di istituzioni in tutto il mondo) che hanno fiducia nella medicina alternativa e pensano che non debba esistere solo la Scienza
ufficiale

PATRIZIA ABBATE / CATANIA

L'omeopatia è una bufala, fino a prova contraria. Così la pensa Piero Angela, e così ha ribadito senza esitazioni anche ieri mattina davanti ai giudici che lo stanno processando per decidere se queste opinioni,
comunicate attraverso la tv a milioni di italiani - senza concedere parola alla controparte - rientrino nel normale diritto alla critica e non siano invece diffamazione aggravata. Il re dei divulgatori scientifici è finito
alla sbarra a Catania dopo la querela della Simo (Società italiana di medicina omeopatica, associazione nazionale con sede nella città siciliana) e del suo presidente Ciro D'Arpa, che ha trasformato in denuncia penale il
coro di critiche seguito a una puntata di Superquark dedicata alla più
diffusa delle medicine non convenzionali. La trasmissione andò in onda in prima serata su Rai Uno l'11 luglio del
2000, e in circa 15 minuti demolì l'attività degli omeopati, la cui efficacia sarebbe legata al solo effetto placebo, venne tra l'altro detto.
Non solo: nel servizio curato dal giornalista Giangi Poli l'immunologo Ferdinando Aiuti spiegò che ci sarebbe un grave rischio per i malati che non si curassero con i farmaci tradizionali; aggiungendo che a volte i rimedi
omeopatici possono scatenare allergie. Mentre un altro illustre luminare, il direttore del laboratorio di batteriologia dell'Istituto superiore di sanità, paventò la possibilità che alcuni materiali utilizzati possano
essere infettanti. D'Arpa non ha usato giri di parole per dirsi convinto che si trattò di una
vera e propria "trasmissione di parte", nel corso della quale "si è proceduto ad una unilaterale, sistematica ed intenzionale condanna e diffamazione dell'omeopatia", con una "faziosità che va a tutelare gli
interessi di quella parte della comunità scientifica ufficiale, in cui evidentemente Angela si identifica e che si ritiene minacciata dall'espansione della fiducia nelle medicine alternative", ha scritto nel suo accorato reclamo ai magistrati, inoltrato in procura circa due mesi dopo la messa in onda. La denuncia stava per essere archiviata in tempi record, ma a sorpresa il gip Angelo Costanzo ordinò al pm Roberto Peroni Ranchet l'imputazione coatta di Piero Angela, che nel marzo del 2001 è stato rinviato a giudizio dal giudice per l'udienza preliminare Carmen La Rosa. Il popolare giornalista è comparso soltanto ieri davanti al giudice monocratico Cinzia Sgrò, sbloccando l'andamento di un processo andato avanti finora tra il disinteresse della stampa e gli intoppi procedurali. Accompagnato dall'avvocato Giulia Buongiorno (a lei e a Franco Coppi, la coppia d'assi di
Andreotti, ha affidato la sua difesa) Angela è partito all'attacco sciorinando carriera e meriti, ricordando i 50 anni in Rai "senza mai una querela", citando le sette lauree honoris causa fin qui ricevute, i 29 libri
"a larghissima diffusione", la medaglia d'oro del presidente Ciampi. Per poi andare al nocciolo: "La scelta di non chiamare gli omeopati in trasmissione è stata frutto di un lungo ragionamento" - ha spiegato. "Il mio punto di
riferimento è la comunità scientifica, e siccome i prodotti omeopatici non sono stati sottoposti ai test e alle procedure attraverso cui una nuova medicina viene immessa nel mercato, con l'autorizzazione della Commissione
unica del farmaco, non avrei potuto dare loro la parola: sarei andato contro le regole etiche del mio lavoro nel servizio pubblico...". Le stesse ragioni addotte l'indomani della trasmissione, di fronte alle critiche e alle richieste di rettifica, caldeggiate anche dal sottosegretario alla sanità Ombretta Fumagalli con una lettera all'allora
presidente Rai, Zaccaria. Lo spazio riparatore non fu concesso, in compenso si sviluppò un vivace dibattito soprattutto nelle rubriche delle lettere ai giornali, con Piero Angela a ribadire l'inconsistenza di questa terapia
"basata su prodotti che la comunità scientifica giudica inesistenti", e a sventolare la solidarietà di scienziati di gran calibro come i premi Nobel Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco, il farmacologo Silvio Garattini,
l'immunologo Ferdinando Aiuti, tutti fautori e sostenitori del "Progetto genoma" - che in questi anni ha di fatto monopolizzato attenzioni e fondi per la ricerca, a discapito di altri progetti e studi, anche di tipo
convenzionale - e tutti notoriamente contrari alle medicine alternative. Tanto da essere tra i 37 firmatari di un documento che un anno fa criticò aspramente la Fnomceo, (la Federazione degli ordini dei medici italiani) rea
di aver sollecitato il parlamento a legiferare finalmente sulle terapie non convenzionali. Gli ordini dei medici però "non sono enti scientifici, nonhanno il compito di valutare e legittimare...", ha ripetuto ieri il giornalista in aula, citando ancora una volta i suoi supporter: "vedesse signor giudice che bella lettera mi scrisse Rita Levi Montalcini su quella trasmissione". Anche questa lettera è entrata agli atti del procedimento, tra i quali compaiono molti studi scientifici a favore dell'omeopatia e le opinioni favorevoli dei ricercatori italiani più noti per essere competenti in
materia come il chimico Paolo Bellavite (che boccia uno degli esperimenti mostrati a Superquark per inchiodare i sostenitori dell'omeopatia, definendolo un esempio di grossolana ignoranza), o lo stesso presidente della Fnomceo Giuseppe Del Barone, prodotti dall'avvocato di parte civile Leda Adamo. Che ha depositato anche le direttive europee sul tema, tutte indirizzate a regolamentare la materia. "Ma il punto non è dimostrare in
un'aula di tribunale l'efficacia dell'omeopatia - dice l'avvocato Adamo - quanto contestare l'idea che esistano scienziati di serie A e scienziati di serie B, come fa a Angela a discapito del pluralismo, sancito dalla
costituzione e finalità essenziale del servizio pubblico. Dalla trasmissione viene fuori invece l'idea che esista una sola scienza, una scienza di stato, per così dire. In nome della quale, inspiegabilmente, a parlare dell'omeopatia vengono chiamati Aiuti e Cassone, che non hanno alcuna competenza in materia...", come lo stesso giornalista ha ammesso ieri in tribunale. L'avvocato è convinto che si siano addotte "prove false e false informazioni", e insieme si sia impedito ad altri scienziati, di livello riconosciuto, di dire la loro, "trattando il cittadino come un deficiente,
quando invece il dovere del servizio pubblico è quello di mettere in condizioni le persone di scegliere liberamente". Per impedirlo la trasmissione utilizza molti mezzi, accusano gli omeopati della Simo, che
hanno commissionato anche un'analisi a un esperto di comunicazione, i cui risultati sono anch'essi agli atti del processo ed elencano "un repertorio esteso di tecniche di condizionamento... che generano paura, inducendo a
tenersi lontano dall'oggetto". Di tutto questo ieri si è parlato comunque poco, in un'udienza che ha avuto
come protagonista assoluto Angela e il suo avvocato Buongiorno che ha aperto l'interrogatorio chiedendo all'imputato di fornire al giudice il curriculum; e le parti civili defilate, sullo sfondo, a formulare poche domande che si sono infrante per lo più sulle opposizioni dei difensori. Mentre il pm Fanara ha addirittura rinunciato all'esame dell'imputato. L'avvocato Adamo però si dice convinta che "il processo è apertissimo", e
confida nel dibattimento che il 22 novembre dovrebbe chiudersi con le richieste del pm. "Il concetto di comunità scientifica come lo intende Angela è inaccettabile, così come è inaccettabile la sua idea di servizio
pubblico. La delegittimazione degli omeopati investe questioni fondamentali legate ai diritti, in quanto lede la libertà di determinazione del paziente e la libertà del medico, che in fede e coscienza consiglia il trattamento
che ritiene più adeguato. L'omeopata è prima di tutto un medico laureato e abilitato dallo stato, con una competenza in più: la non scientificità contestata da Angela si riduce al fatto che la materia non viene insegnata
nelle università, come del resto la psicanalisi. Ma l'omeopatia è praticata in tutto il mondo, e in molti paesi europei è anche inserita nel sistema sanitario nazionale". Si può criticarla ma almeno la si prenda più sul serio. La sfida ininterrotta dell'omeopatia La diatriba tra medicina ufficiale e medicina alternativa è sempre più violenta.
Scienza e denaro. La presa sempre più diffusa che hanno le medicine "altre" mette in pericolo il business del "tradizionale". E provoca ormai reazioni scomposte GIULIO DE MARTINO

Nel corso del processo in svolgimento presso il tribunale di Catania le due parti in lite, il noto e apprezzato giornalista scientifico Piero Angela e la Società italiana di medicina omeopatica, si sono scambiate accuse ed
argomentazioni che hanno oltrepassato la normale dialettica processuale per investire il concetto e il metodo della "divulgazione scientifica" e tematiche di bioetica quali il "consenso informato" e la libertà di scelta
terapeutica. Si è pure evocata, da parte della difesa di Angela, una controversia che ha agitato una quindicina di anni fa la comunità dei fisici e dei chimici per poi discutere del rapporto che dovrebbe intercorrere tra
medicina e scienza. Ci si è riferiti alle prolungate polemiche e contestazioni che hanno impegnato la comunità scientifica a seguito della pubblicazione, nel 1988, sulla rivista scientifica britannica Nature, di un
articolo firmato da un gruppo di ricerca coordinato dal biologo francese Fenomeno prodigioso
L'articolo riferiva di un fenomeno prodigioso: la reazione di degranulazione verificatasi in una soluzione a una concentrazione di 10-120 M. Da qui la dottrina della cosiddetta "memoria dell'acqua" che dava vigore a quanti
erano alla ricerca di un fondamento teorico alla terapia medica di Hahnemann. Questa, oltre che sul principio ippocratico del similia similibus curentur, si fonda su di un impianto costituzionalista e sull'utilizzo di
principi attivi (di origine vegetale, minerale o animale), diluiti progressivamente di un fattore 10 (dh1) o 100 (ch1) attraverso un processo di succussione e dinamizzazione. L'esperimento di Benveniste fu criticato dalla maggioranza della comunità scientifica, ma diede comunque avvio ad una serie di prove e controversie che condussero all'emarginazione dello studioso francese. "Tuttavia - ribatte il dott. Ciro D'Arpa, presidente della Società italiana di medicina omeopatica - rigorosi esperimenti condotti da Ennis (e pubblicati su Inflammation Research nel 1999 e poi nel 2001), fra cui uno studio multicentrico europeo realizzato in 4 laboratori indipendenti, hanno poi confermato i risultati di Benveniste". Anche alcuni fisici sperimentali hanno evidenziato, in soluzioni simili a quelle omeopatiche, caratteristiche ben differenti da quelle del solvente di partenza. "Tutto questo, intanto, è un contributo dell'omeopatia alla scienza e non certo, ancora, della scienza all'omeopatia. Da sempre del resto i medici omeopati fondano la loro ricerca su una propria metodologia. In buona sostanza da parte omeopatica si contesta che la medicina attuale, pur riuscendo ad esercitare un notevole controllo sugli organismi (umani e non), non fornisce un motivo valido per negare linee diverse di sviluppo scientifico. Anche l'ingegneria genetica (il progetto totalizzante della cultura bio-scientifica attuale) sarebbe tenuta a confrontarsi con ipotesi medico-scientifiche alternative. Alcuni dei centri più avanzati nel campo delle ricerche scientifiche applicabili alla medicina omeopatica sono a Napoli: pensiamo agli studi di Vittorio Elia, Emilio Del Giudice e di Roberto Germano e al gruppo Arti (guidato da Claudio Cardella e Brunello Florio) che ha organizzato nel dicembre 1999 un congresso internazionale sul tema "The hidden properties of water" Linea dura, invece, da parte di quanti sono scesi in soccorso dell'ideatore di SuperQuark, come Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini. "La scienza non è come la filosofia - ha rilanciato Angela - non si possono far sentire entrambe le campane e poi far decidere per conto proprio ai telespettatori". Gli esponenti del Cicap (l'associazione fondata dallo stesso Angela per il Controllo circa le affermazioni sul paranormale), tra i quali il chimico Luigi Garlaschelli, si sono impegnati a definire i termini di una "stroncatura scientifica" dell'omeopatia in base al principio di "non
plausibilità" (un farmaco senza molecole non può avere efficacia). Anche Silvio Garattini e Ferdinando Aiuti si sono arroccati sulla trincea della scienza unica e quindi della non-scientificità dell'omeopatia.
Gli italiani e l'omeopatia
Gli omeopati, ad ogni modo, non sono né pochi né soli. L'omeopatia resta una prassi clinica diffusa e spesso apprezzata, ritenuta efficace in numerosi ambiti terapeutici anche da medici di diverso orientamento culturale. Da una indagine condotta Istat e dall'Istituto superiore di sanità nel 2001 si possono avere cifre aggiornate sul fenomeno della diffusione delle "medicine alternative" in Italia. Circa 9 milioni di italiani hanno fatto ricorso
almeno una volta, nel triennio 1997/1999 alle terapie non convenzionali. Si tratta del 15,6 % della popolazione a fronte di una media europea che sfiora già il 25%. La terapia più utilizzata è l'omeopatia. Vi fanno ricorso le
donne in misura maggiore, la fascia di età più favorevole è quella fra i 35 e i 54 anni, in prevalenza hanno un elevato titolo di studio. Il 7,7 % dei bambini italiani ricevono, anche se non esclusivamente, un trattamento
omeopatico. Si segnala un incremento di accessi all'omeopatia, all'erboristeria e all'agopuntura che oscillano fra l'8% e il 12% rispetto ai dati del triennio 1992/1994. Nel 37,6% dei casi è il medico o, nel 38,7%,
un genitore a suggerirne il ricorso.
PS. perchè non provate a chiedere a TUTTA la CLASSE MEDICA italiana che cosa
ne pensano
di GARATTINI, AIUTI, CASSONE, POTREI CITARNE UN ALTRO NOTO  o
come sia riuscita A PRENDERE IL NOBEL LA MONTALCINI...........beh..........

(Angela e non medici non interessa). Comunque accomodatevi e auguri. Se volete criticare l'omeopatia fatelo pure ma
DATE UNA EDUCAZIONE SERIA AI VOSTRI FIGLI E NON MACCHIATEVI DI SANGUE
PER AVER COLLABORATO CON GENTE SIMILE !

Cordialmente PAOLO
Audiofilo

Caro Paolo                                                                                                                                                     la sua è la prima lettera di dissenso che ricevo e per questa ragione mi ha fatto molto piacere, non si può aprire un dibattito infatti se si è tutti d'accordo. Ma anche con lei, che mi pare mi abbia inviato solo degli
articoli di stampa, la discussione risulta difficile perchè non è chiaro se lei condivide tali articoli anche se la chiosa lo farebbe supporre. Non c'è che dire, una bella frase ad effetto! Ma è sicuro di non aver citato per errore lo slogan di qualche movimento a cui lei probabilmente appartiene ? (antivivisezione, antinucleare, antiOGM, antitrasfusione, antivaccinazione, antiglobalizzazione, anticlonazione ecc)
Sergio Canini

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Sono un omeopata, vorrei chiederle di affrontare l'argomento secondo un altro punto di vista. E' infatti vero che Hahnemann conosceva ed apprezzava l'uso dei vaccini, perchè erano in piccole dosi e quindi, come egli scrive nell'Organon dell'Arte del guarire, spesso le malattie naturali posso guarire meglio di quelle artificiali, prodotte artificialmente; ma a dosi massicce, quelle naturali possono produrre anche la morte, cosa che invece i vaccini non fanno.
Pur tuttavia, Hahnemann conosceva bene un fenomeno importante, che tutti possiamo riprodurre: l'ambra, che se strofinata produce una sorta di campo invisibile, come lo definisce Hahnemann, col quale vengono attratti altri oggetti. Vide che gli oggetti inanimati si potevano animare, strofinandoli, perchè dentro di loro c'era "qualcosa" che si attivava.
Da questo e dagli studi sul mesmerismo, che fece e sperimentò egli stesso, pensò ad una forma energetica, invisibile, naturale, che si poteva attivare, risvegliare nelle sostanze apparentemente inerti.
Mettendo insieme la riduzione delle dosi, poichè quelle massicce provocavano danni, il risveglio dell'energia insita nelle sostanze apparentemente inerti e il consigli di dare "dosi minime", prepare i rimedi omeopatici: piccole dosi, infinitesimali; potentizzate; da somministrare a cucchiaini, o a globuli o a granuli.
La scientificità del rimedio omeopatico, che non è un farmaco tradizionale, sta nel fatto che se somministrato in altre quantità, per tre volte al giorno o più, senza mai modificare la potenza con altre soccussioni, comincia a produrre sintomi sulle persone sane, atto chiamato "proving" o, come dice Hahnemann, sperimentazione pura. La scientificità sta nel fatto che chiunque sulla terra, in qualunque momento della storia, di qualunque età, sesso, condizione sociale, eccetera, durante la sperimentazione pura accuserà i sintomi prodotti dal rimedio sulla propria persona; sintomi nuovi, mai avuti prima, mai provati prima, anche a livello mentale ed emozionale. Questo aspetto può essere ripetibile sempre e non è dovuto all'effetto placebo perchè la persona non sa di quale rimedio sta facendo sperimentazione, non sa in che dose lo ha preso, non sa neppure SE lo ha preso, perchè la sperimentazione può essere fatta anche a doppio cieco.
Distinti saluti, Roberta

 

Gentile dottoressa Roberta,
la sua lettera, che ricevo dopo quella del Sig. Paolo, audiofilo; è talmente garbata, che mi dispiace dover polemizzare con lei, ma lei porta acqua al mio mulino e non posso non approfittarne. Quando, nel mio articolo, faccio l'ipotesi che Hahnemann fosse stato influenzato dalla pratica della vaccinazione, in realtà adombro quella che non l'avesse capita, attribuendo a tale pratica proprietà curative, mentre ora tutti sanno che essa ha il fine di far contrarre forme lievi della stessa malattia che si intende prevenire, per stimolare l'organismo alla produzione degli anticorpi. Lei conferma la mia ipotesi, Hahnemann non capì.  Il suo passo successivo sulle malattie naturali e quelle artificiale e sulle piccole dosi non mi è chiaro, forse dovrei a mia volta leggere L'"Organon Dell'Arte Del Guarire" (con tutte le maiuscole fa ancora più effetto) rispondo comunque che per ogni sostanza terapeutica, vaccino, farmaco, esiste una dose ottimale (dose terapeutica), che può essere piccolissima, piccola, media, grande, al di sotto della quale la sostanza è inefficace, al di sopra dannosa. Punto e basta, la riduzione di quantità non conferisce di per sè proprietà terapeuteche, ma anzi le riduce se non viene più somministrata la dose ottimale. Ma Hahnemann era senz'altro un attento osservatore dei fenomeni naturali notando che l'ambra strofinata poi attira dei corpi. Oggi noi possiamo fare quotidianamente la stessa esperienza con il nostro pettine che, dopo che lo abbiamo usato, è in grado di attirare i capelli. La spiegazione del fenomeno è su qualunque libro di fisica per le scuole medie ma, al tempo di Hahnemann la cosa poteva appariva misteriosa. E' inutile dire che l'interpretazione che egli diede del fenomeno non è la stessa che si trova sui libri ed apprezzo il fatto che lei la riferisca senza imbarazzo.  
Sul mesmerismo ho dovuto documentarmi perchè non sapevo cosa fosse. Ecco, veda, una persona del mio secolo, dotata di media cultura,  non impiega più di un minuto per studiare il mesmerismo e per condannarlo (cioè considerarlo una fesseria). E' possibile che nel 18° secolo occorresse più tempo per arrivare alla stessa conclusione, quanto poi a studiarlo ed a prenderlo per buono, cosa che lei fa intendere riferendosi ad Hahnemann, e, insieme agli altri elementi che lei cita, costruirci sopra un nuovo tipo di medicina (l'omeopatia, appunto), non depone certo a favore di questa. Sono certo che lei sa di cosa si tratta, ne accenno brevemente a beneficio di chi invece, come me prima, non ne sapesse nulla. Dunque Mesmer, contemporaneo di Hahnemann ed anch'egli medico, assertore dell'influsso dei corpi celesti sulla salute umana, si interessò alle proprietà magnetiche che alcuni minerali possiedono e ritenendo che analoghe proprietà avessero anche gli organismi viventi (magnetismo animale) ritenne di poter curare gli individui malati con l'imposizione di calamite sulle parti del corpo interessate alla malattia. Successivamente perfezionò il proprio metodo di cura facendo fare ai pazienti, anche riuniti in gruppi collettivi, bagni in acque magnetizzate,...... e non mi pare debba aggiungere altro, anche se non mancherebbe il materiale. Andando oltre nella sua lettera noto che lei usa il verbo potentizzare, che non so cosa significhi. Forse sostituise dinamizzare, il cui significato è ormai stato svelato? Ma la parte più curiosa della lettera è dove lei dice che "La scientificità del rimedio omeopatico, che non è un farmaco tradizionale, sta nel fatto che se somministrato in altre quantità, per tre volte al giorno o più, senza mai modificare la potenza con altre soccussioni comincia a produrre sintomi sulle persone sane, atto chiamato "proving" o, come dice Hahnemann, sperimentazione pura" .
Come spiega dopo, chi fa l'eperienza del proving, "accuserà i sintomi prodotti dal rimedio sulla propria persona; sintomi nuovi, mai avuti prima, mai provati prima, anche a livello mentale ed emozionale".
Dato per buono quello che lei scrive (ma la decrizione pare copiata da un testo che riferisca le sensazioni che provocano certe droghe) le chiedo: tutti i rimedi omeopatici, se usati nel proving,  provocano gli stessi sintomi, indipendentemente dal principio attivo contenuto? Se sì, come pare, ciò non dà forse ragione a chi sostiene che i rimedi omeopatici sono tutti uguali (in quanto contengono solo acqua)? E' forse, come dice lei, la potentizzazione che conferisce a tali rimedi questa straordinaria proprietà? Concludo ringraziandola per la sua lettera e per gli ulteriori elementi di concoscenza che mi ha fornito sull'omeopatia (esperimenti con l'ambra, mesmerismo, "proving" ecc). Purtroppo tali elementi rafforzano la mia convinzione che il ritenere l'omeopatia pratica medica o attività scientifica, se poteva essere discutibile nel 18° secolo, oggi è improponibile.
Sergio Canini