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Sergio
Canini
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Omeopatia di Sergio Canini
Mi tiene compagnia, durante il lavoro, il terzo programma di radiorai che, alternando il jazz alla musica classica, e poi con le varie rubriche ed i radiogiornali mi accompagna fino all'ora di chiusura. Tra le rubriche del mattino ce n'è una dedicata alla scienza che attira particolarmente il mio interesse. Poco tempo fa l'argomento del giorno era "scienza e pseudoscienza", conduceva Claudia Di Giorgio, fino ad allora la mia conduttrice preferita di quella rubrica per la padronanza con la quale trattava di giorno in giorno i vari argomenti ponendo anche domande pertinenti a coloro che si alternavano al microfono (scienziati e ricercatori) e spesso chiarendo le loro risposte quando esse erano troppo tecniche. Quella mattina, dopo la varie interviste nelle quali si ribadiva che cosa è scienza e cosa non lo è (ma le risposte erano abbastanza scontate) quando si aprì il tempo riservato agli ascoltatori durante il quali essi possono porre domande e fare osservazioni, decisi di intervenire chiedendo perchè, durante la trasmissione, nessuno aveva citato, fra le non scienze, l'omeopatia. La mia domanda venne giudicata interessante dall'assistente che filtrava le telefonate, quindi la potei porre in diretta a Claudia di Giorgio. Appena la ebbi formulata fu evidentissimo l'imbarazzo della conduttrice ed il suo tentativo di evitare che continuassi ad esporre il mio quesito, riuscii solo a dire che nessuno aveva mai dimostrato che l'acqua conserva l'impronta delle molecole che già si passava alla domanda di un altro ascoltatore. Fu un'evidente censura dettata da ancora più evidenti ragioni. Si possono toccare gli astrologi ma guai a toccare i medici, anche se medici omeopatici. Ma non voglio porre l'accento su questo fatto, desidero invece approfittare della piccolissima visibilità che mi offre il mio web per dire come la penso sull'omeopatia ed eventualmente aprire una discussione (forum) sull'argomento con chi vorrà contribuirvi. Orbene tra le medicine alternative credo che l'omeopatia sia al primo posto, inoltre esistono moltissime persone che si curano con successo (dicono) con tale medicina. L'omeopatia nasce circa 200 anni fa ad opera di un medico di nome Hahnemann (1755 1843) il quale, conseguita la laurea in medicina, trova inadeguate le terapie in uso nell'epoca e, partendo dall'osservazione che le stesse sostanze che curano la malattia, assunte in assenza della stessa possono provocare gli stessi sintomi immagina che gli agenti delle malattie oppure sostanze che provochino gli stessi sintomi delle malattie. possano anche servire per curarle, se assunte in piccolissime dosi. In particolare egli osservò gli effetti del chinino che già allora si usava per curare la malaria e che preso in assenza della malattia, sembra che ne provochi gli stessi sintomi. Si tratta di una teoria che oggi nessuno prenderebbe in considerazione, ma allora poteva apparire nè migliore nè peggiore delle teorie vigenti. Nessuno rilevò il fatto che in effetti il chinino cura sì ma a dosi terapeutiche e che a piccolissime dosi è inefficace. Non si può non notare, oggi, come il pensiero di Hahnemann sia stato probabilmente influenzato dalla pratica della vaccinazione antivaiolosa che, sia pure non nelle forme che oggi noi conosciamo, veniva praticata dai cinesi fin dai tempi antichi e che fu introdotta in Europa da Lady Montague nel 1717 Si trattava di far contrarre agli individui ancora sani forme benigne e quindi non mortali della stessa malattia, avendo notato che l'ammalarsi di tale tipo di vaiolo preveniva poi dall'ammalarsi delle forme gravi e mortali. In realtà fu Jenner, un altro medico contemporaneo di Hahnemann a perfezionare la preparazione e l'applicazione del vaccino antivaioloso e 100 anni più tardi fu Pasteur a comprendere la tecnica che avrebbe permesso di preparare vaccini anche per altre malattie di tipo infettivo. Tornando ad Hahnemann, questi, influenzato o meno dalla pratica della vaccinazione, ritenne di poter preparare dei farmaci sottoponendo a fortissima diluizione gli stessi agenti che provocavano la malattia (oppure gli stessi sintomi della malattia) dinamizzando inoltre le successive soluzioni al fine di conferire alla stessa acqua che costituiva il solvente proprietà terapeutiche. Per meglio chiarire come avviene la preparazione di un farmaco omeopatico è bene seguire passo passo il processo. Dunque si prende una frazione dell'agente ritenuto utile per la cura (che in definitiva sarebbe lo stesso che provoca la malattia) e lo si pone in un litro di acqua contenuta in un recipiente che può essere una bottiglia. Si tappa la bottiglia e si agita per parecchie volte (gli omeopati preferiscono usare il usare il verbo dinamizzare, ma è la stessa cosa). Quindi si prende una goccia di acqua da questa bottiglia e la si versa in una seconda bottiglia contenente un litro di acqua, si agita. si prende una goccia e la si versa in una terza, si agita ed in una quarta, in una quinta, in una sesta, in una settima, in una ottava, in una nona, in una decima. Ora il farmaco, cioè l'acqua contenuta nell'ultima bottiglia è pronto, oppure si procede ad ulteriori diluizioni e dinamizzazioni. Mi sorge spontanea una domanda:è ragionevole ritenere che l'acqua contenuta nell'ultima bottiglia rappresenti un farmaco?. Ma se la ragione induce a dare una risposta negativa alla mia domanda spontanea, in tale senso orienta anche qualsiasi considerazione di tipo scientifico. A proposito della diluizione, quando questa è arrivata a livello molecolare, non può procedere oltre. In altre parole nell'ultima diluizione c'è per lo meno una molecola della sostanza attiva oppure no. Ma se c'è, trattandosi di sostanza che provoca una malattia, potrebbe essere venduta? Ed in ogni caso, che effetto può avere in un individuo che essendo malato di tale malattia, ospita già milioni o miliardi di tali molecole? Gli omeopati sostengono che l'acqua conserva l'impronta delle molecole delle sostanze con le quali è venuta a contatto, una specie di memoria a cui sarebbe indotta dalla dinamizzazione (agitazione). Anche se fosse vero non si vede perchè questa acqua dovrebbe agire da farmaco. L'organismo malato sta già facendo il possibile per combattere la malattia e lo stimolarlo con un prodotto che conserva una memoria della stessa malattia non può in alcun modo essere di aiuto. Ma l'esistenza di questa memoria dell'acqua è stata dimostrata una sola volta, negli ultimi duecento anni da un laboratorio che aveva commesso un errore e smentita nei giorni successivi dalla stesso laboratorio e da tutti gli altri laboratori del mondo. L'efficacia dei farmaci omeopatici non viene inoltre testata per confronto con il placebo a con altri farmaci la cui efficacia sia nota, come accade invece per i veri farmaci che, in assenza di queste certificazioni, non sarebbero ammessi alla vendita. E allora? Similia similibus curantur? Basta una frase latina per accreditare l'omeopatia?
Sergio Canini 30/07/03
Forum
From: paolo buonamico
To: canini@caninialtoparlanti.it
Sent: Monday, August 04, 2003 11:42 PM
Salve ci siamo già parlati o meglio scritti altre volte (si trattava di
aggiustare altoparlanti, per ora ancora lì a morire, si vedrà). Le scrivo perchè
sono un medico e condivido pienamente ciò che dice. I farmaci omeopatici sono di
due tipi. Quelli veri che corrispondono a quanto descritto ed un'altra categoria
che contiene sostanze naturali etc.,comunque farmaci. Per i primi l'articolo è
più che esauriente. I pazienti che rispondono a queste terapie, parlo in
particolare di soggetti asmatici risponderebbero altrettanto bene a trattamenti
psicoteraupetici e spesso lo fanno. Del resto la medicina spesso vive (anche
quella ufficiale ) di queste truffe e tanti farmaci non vengono realmente
testati contro placebo. Lo stato che fa? Bene lo stato in pratica consente la
vendita del prodotto (infischiandosene del consumatore) ma si rifiuta di
rimborsarlo. E così si permette di vendere in farmacia ( che è comunque una
concessione di stato e come tale inganna il cittadino) prodotti omeopatici e non
la cui efficacia non è dimostrata (........)
Della serie: attacchiamo l'omeopatia che è a mio modo di vedere una vera
truffa, ma educhiamo la gente e se mai qualcuno attraverso associazioni di
consumatori o similari decidesse di attaccare l'omeopatia ( che andrebbe
realmente proibita) attaccasse anche la vendita di farmaci di non provata
efficacia in farmacia o almeno richieda la scritta
"farmaco la cui efficacia non è stata dimostrata in studi in doppio
cieco"(......)
é una grande truffa in cui ovviamente l'omeopatia si è ritagliata il suo
angolino che verosimilmente al di là della sua natura (farmaci contenenti acqua)
forse è proprio l'angolino più sporco. Ma qui lo sporco è evidente.............................
La lettera del dr. Buonamico, che pubblico solo per la parte che riguarda l'omeopatia, mi offre lo spunto per ulteriori riflessioni. Gli omeopati hanno a disposizione, per curare (?) i loro pazienti, due tipi di farmaci: i farmaci omeopatici che come abbiamo visto sono fasulli in quanto non possono avere efficacia terapeutica, ed i farmaci a base di prodotti naturali (prodotti per lo più di origine vegetale) e che sono veri farmaci, conosciuti anche dalla medicina ufficiale ma probabilmente caduti in disuso perchè sostituiti da prodotti più efficaci, che però non sono farmaci omeopatici in quanto non fanno parte della serie "similia similibus ecc." Pertanto chi si cura (?) dall'omeopata è comunque ingannato. Lo è quando gli viene dato un farmaco omeopatico perchè inefficace, e lo è quando gliene viene dato uno naturale, che potrebbe anche curarlo, che però non è un prodotto omeopatico. Un po' come se l'agopunturista iniettasse l'antibiotico od un altro farmaco con gli aghi.
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Ho informato il Professor Silvio Garattini, direttore dell'istituto Mario Negri, dell' esistenza della mia pagina sulla omeopatia. Egli ha avuto la cortesia di rispondermi mostrando apprezzamento per la stessa. Mi ha inoltre inviato alcuni suoi articoli consentendomi di pubblicarli qui
Omeopatia: grazie no!
Inviato a Quark
I rimedi omeopatici non sono accettabili in campo terapeutico per almeno tre ragioni principali:
1. Le ipotesi su cui si fondano questi trattamenti — gli effetti opposti delle dosi alte rispetto alle diluizioni infinitesimali — non sono mai state dimostrate. Analogamente la possibilità che scuotimenti imprimano all’acqua caratteristiche terapeutiche (la memoria dell’acqua) è stata smentita da sperimentazioni adeguate. Va aggiunto che le ipotesi non sono state avvalora dopo oltre duecento anni.
2. I prodotti che si vendono in farmacia, a causa della diluizione, non contengono più una sola molecola del principio attivo o del prodotto riportato sull’etichetta. Perciò i rimedi omeopatici sono intercambiabili fra di loro, perché tutti contengono la stessa cosa: il nulla al di là dei solventi o degli eventuali eccipienti. Non esiste per questa ragione alcun metodo di controllo. Differentemente dai farmaci se togliamo ai prodotti omeopatici l’etichetta nessuno è più in grado di identificarne l’origine.
3. Gli studi chimici controllati eseguiti finora con i rimedi omeopatici non offrono conclusioni certe. Non esistono dimostrazioni della loro efficacia terapeutica. Quanto più gli studi sono ben fatti, tanto più sono negativi. L’impiego dei rimedi omeopatici in presenza di patologie gravi è perciò pericoloso, perché può impedire 1’ utilizzazione di farmaci efficaci, quando siano disponibili.
I rimedi omeopatici non hanno perciò alcuna validazione scientifica; sono frutto di un atteggiamento fideistico, alimentato da una pubblicità tutta a vantaggio di significativi interessi economici dei produttori, dei prescrittori e dei farmacisti.
Milano, 15 luglio 2002
Silvio Garattini
I RIMEDI OMEOPATICI
11 termine “rimedi” è giustificato dal fatto che è molto difficile definirli “farmaci” dato che non è appropriato l’impiego della dizione farmaci omeopatici normalmente utilizzata. Infatti per farmaco si intende un prodotto che contiene un principio attivo ad una dose ben definita e comunque determinabile. Per le stesse caratteristiche il rimedio omeopatico non è analizzabile. Date le diluizioni utilizzate nessun metodo analitico è in grado di misurare quale sia la concentrazione del principio attivo. Non solo, ma considerando quanto è noto dalla chimica, le enormi diluizioni utilizzate nei rimedi omeopatici rischiano di far si che il prodotto finale non contenga neppure una molecola di principio attivo. Possiamo perciò affermare senza tema di smentite che le scatolette multicolori che si trovano, ahimé, nelle farmacie contengono tutti la stessa cosa. Tanti nomi spesso difficili da interpretare hanno in comune., il nulla! Non contenendo dei principi attivi è difficile perciò utilizzare il termine di farmaco.
Credere nei rimedi omeopatici non è compatibile con una visione razionale delle cose, significa invece avere una fiducia nel magico. Certo sono molti coloro che utilizzano rimedi omeopatici anche se raramente gli stessi vengono impiegati da soli. Spesso infatti sono utilizzati in associazione con farmaci tradizionali ritenendo che essi possano aggiungere un qualcosa in più. Non vanno confusi perciò i risultati che vengono riportati con la reale efficacia che spesso è determinata dai “veri” farmaci.
Credere all’omeopatia fin che si sta bene o si hanno disturbi minori o passeggeri può essere un semplice atto di creduloneria o di mancanza di conoscenze scientifiche. Ben più grave è il problema dell’impiego dei rimedi omeopatici per malattie gravi che possono in molti casi essere migliorate dai farmaci tradizionali. L’omissione può portare ad un peggioramento della malattia fino al punto di “non ritorno”. Ancora più grave è l’atteggiamento dei genitori che utilizzano, con la scusa della libertà di cura (ma quale libertà?) i rimedi omeopatici per i bambini, danneggiandone la salute
Silvio Garattini
Direttore
Milano, 8 Settembre 1999
SGIgbp
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da www.vaccinetwork.org
il manifesto - 28 Settembre 2003
SOCIETA' pag. 9
Superdivulgatore. In pillole
Come Andreotti Piero Angela si è fatto difendere dagli stessi avvocati del
leader dc Processo a Catania contro Piero Angela, accusato di aver diffamato
l'omeopatia nel suo Superquark. "Non è scienza", ribadisce in aula il
popolare decano della divulgazione tv, sfidando una larga fetta di cittadini
italiani (e di istituzioni in tutto il mondo) che hanno fiducia nella
medicina alternativa e pensano che non debba esistere solo la Scienza
ufficiale
PATRIZIA ABBATE / CATANIA
L'omeopatia è una bufala, fino a prova contraria. Così la pensa Piero
Angela, e così ha ribadito senza esitazioni anche ieri mattina davanti ai
giudici che lo stanno processando per decidere se queste opinioni,
comunicate attraverso la tv a milioni di italiani - senza concedere parola
alla controparte - rientrino nel normale diritto alla critica e non siano
invece diffamazione aggravata. Il re dei divulgatori scientifici è finito
alla sbarra a Catania dopo la querela della Simo (Società italiana di
medicina omeopatica, associazione nazionale con sede nella città siciliana)
e del suo presidente Ciro D'Arpa, che ha trasformato in denuncia penale il
coro di critiche seguito a una puntata di Superquark dedicata alla più
diffusa delle medicine non convenzionali. La trasmissione andò in onda in prima serata su Rai Uno l'11 luglio del
2000, e in circa 15 minuti demolì l'attività degli omeopati, la cui
efficacia sarebbe legata al solo effetto placebo, venne tra l'altro detto.
Non solo: nel servizio curato dal giornalista Giangi Poli l'immunologo
Ferdinando Aiuti spiegò che ci sarebbe un grave rischio per i malati che non
si curassero con i farmaci tradizionali; aggiungendo che a volte i rimedi
omeopatici possono scatenare allergie. Mentre un altro illustre luminare, il
direttore del laboratorio di batteriologia dell'Istituto superiore di
sanità, paventò la possibilità che alcuni materiali utilizzati possano
essere infettanti. D'Arpa non ha usato giri di parole per dirsi convinto che si trattò di una
vera e propria "trasmissione di parte", nel corso della quale "si è
proceduto ad una unilaterale, sistematica ed intenzionale condanna e
diffamazione dell'omeopatia", con una "faziosità che va a tutelare gli
interessi di quella parte della comunità scientifica ufficiale, in cui
evidentemente Angela si identifica e che si ritiene minacciata
dall'espansione della fiducia nelle medicine alternative", ha scritto nel
suo accorato reclamo ai magistrati, inoltrato in procura circa due mesi dopo
la messa in onda. La denuncia stava per essere archiviata in tempi record,
ma a sorpresa il gip Angelo Costanzo ordinò al pm Roberto Peroni Ranchet
l'imputazione coatta di Piero Angela, che nel marzo del 2001 è stato
rinviato a giudizio dal giudice per l'udienza preliminare Carmen La Rosa. Il
popolare giornalista è comparso soltanto ieri davanti al giudice monocratico
Cinzia Sgrò, sbloccando l'andamento di un processo andato avanti finora tra
il disinteresse della stampa e gli intoppi procedurali. Accompagnato
dall'avvocato Giulia Buongiorno (a lei e a Franco Coppi, la coppia d'assi di
Andreotti, ha affidato la sua difesa) Angela è partito all'attacco
sciorinando carriera e meriti, ricordando i 50 anni in Rai "senza mai una
querela", citando le sette lauree honoris causa fin qui ricevute, i 29 libri
"a larghissima diffusione", la medaglia d'oro del presidente Ciampi. Per poi
andare al nocciolo: "La scelta di non chiamare gli omeopati in trasmissione
è stata frutto di un lungo ragionamento" - ha spiegato. "Il mio punto di
riferimento è la comunità scientifica, e siccome i prodotti omeopatici non
sono stati sottoposti ai test e alle procedure attraverso cui una nuova
medicina viene immessa nel mercato, con l'autorizzazione della Commissione
unica del farmaco, non avrei potuto dare loro la parola: sarei andato contro
le regole etiche del mio lavoro nel servizio pubblico...".
Le stesse ragioni addotte l'indomani della trasmissione, di fronte alle
critiche e alle richieste di rettifica, caldeggiate anche dal
sottosegretario alla sanità Ombretta Fumagalli con una lettera all'allora
presidente Rai, Zaccaria. Lo spazio riparatore non fu concesso, in compenso
si sviluppò un vivace dibattito soprattutto nelle rubriche delle lettere ai
giornali, con Piero Angela a ribadire l'inconsistenza di questa terapia
"basata su prodotti che la comunità scientifica giudica inesistenti", e a
sventolare la solidarietà di scienziati di gran calibro come i premi Nobel
Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco, il farmacologo Silvio Garattini,
l'immunologo Ferdinando Aiuti, tutti fautori e sostenitori del "Progetto
genoma" - che in questi anni ha di fatto monopolizzato attenzioni e fondi
per la ricerca, a discapito di altri progetti e studi, anche di tipo
convenzionale - e tutti notoriamente contrari alle medicine alternative.
Tanto da essere tra i 37 firmatari di un documento che un anno fa criticò
aspramente la Fnomceo, (la Federazione degli ordini dei medici italiani) rea
di aver sollecitato il parlamento a legiferare finalmente sulle terapie non
convenzionali. Gli ordini dei medici però "non sono enti scientifici, nonhanno il compito di valutare e legittimare...", ha ripetuto ieri il
giornalista in aula, citando ancora una volta i suoi supporter: "vedesse
signor giudice che bella lettera mi scrisse Rita Levi Montalcini su quella
trasmissione". Anche questa lettera è entrata agli atti del procedimento, tra i quali
compaiono molti studi scientifici a favore dell'omeopatia e le opinioni
favorevoli dei ricercatori italiani più noti per essere competenti in
materia come il chimico Paolo Bellavite (che boccia uno degli esperimenti
mostrati a Superquark per inchiodare i sostenitori dell'omeopatia,
definendolo un esempio di grossolana ignoranza), o lo stesso presidente
della Fnomceo Giuseppe Del Barone, prodotti dall'avvocato di parte civile
Leda Adamo. Che ha depositato anche le direttive europee sul tema, tutte
indirizzate a regolamentare la materia. "Ma il punto non è dimostrare in
un'aula di tribunale l'efficacia dell'omeopatia - dice l'avvocato Adamo -
quanto contestare l'idea che esistano scienziati di serie A e scienziati di
serie B, come fa a Angela a discapito del pluralismo, sancito dalla
costituzione e finalità essenziale del servizio pubblico. Dalla trasmissione
viene fuori invece l'idea che esista una sola scienza, una scienza di stato,
per così dire. In nome della quale, inspiegabilmente, a parlare
dell'omeopatia vengono chiamati Aiuti e Cassone, che non hanno alcuna
competenza in materia...", come lo stesso giornalista ha ammesso ieri in
tribunale. L'avvocato è convinto che si siano addotte "prove false e false
informazioni", e insieme si sia impedito ad altri scienziati, di livello
riconosciuto, di dire la loro, "trattando il cittadino come un deficiente,
quando invece il dovere del servizio pubblico è quello di mettere in
condizioni le persone di scegliere liberamente". Per impedirlo la
trasmissione utilizza molti mezzi, accusano gli omeopati della Simo, che
hanno commissionato anche un'analisi a un esperto di comunicazione, i cui
risultati sono anch'essi agli atti del processo ed elencano "un repertorio
esteso di tecniche di condizionamento... che generano paura, inducendo a
tenersi lontano dall'oggetto". Di tutto questo ieri si è parlato comunque poco, in un'udienza che ha avuto
come protagonista assoluto Angela e il suo avvocato Buongiorno che ha aperto
l'interrogatorio chiedendo all'imputato di fornire al giudice il curriculum;
e le parti civili defilate, sullo sfondo, a formulare poche domande che si
sono infrante per lo più sulle opposizioni dei difensori. Mentre il pm
Fanara ha addirittura rinunciato all'esame dell'imputato.
L'avvocato Adamo però si dice convinta che "il processo è apertissimo", e
confida nel dibattimento che il 22 novembre dovrebbe chiudersi con le
richieste del pm. "Il concetto di comunità scientifica come lo intende
Angela è inaccettabile, così come è inaccettabile la sua idea di servizio
pubblico. La delegittimazione degli omeopati investe questioni fondamentali
legate ai diritti, in quanto lede la libertà di determinazione del paziente
e la libertà del medico, che in fede e coscienza consiglia il trattamento
che ritiene più adeguato. L'omeopata è prima di tutto un medico laureato e
abilitato dallo stato, con una competenza in più: la non scientificità
contestata da Angela si riduce al fatto che la materia non viene insegnata
nelle università, come del resto la psicanalisi. Ma l'omeopatia è praticata
in tutto il mondo, e in molti paesi europei è anche inserita nel sistema
sanitario nazionale". Si può criticarla ma almeno la si prenda più sul
serio. La sfida ininterrotta dell'omeopatia
La diatriba tra medicina ufficiale e medicina alternativa è sempre più
violenta.
Scienza e denaro. La presa sempre più diffusa che hanno le medicine "altre"
mette in pericolo il business del "tradizionale". E provoca ormai reazioni
scomposte GIULIO DE MARTINO
Nel corso del processo in svolgimento presso il tribunale di Catania le due
parti in lite, il noto e apprezzato giornalista scientifico Piero Angela e
la Società italiana di medicina omeopatica, si sono scambiate accuse ed
argomentazioni che hanno oltrepassato la normale dialettica processuale per
investire il concetto e il metodo della "divulgazione scientifica" e
tematiche di bioetica quali il "consenso informato" e la libertà di scelta
terapeutica. Si è pure evocata, da parte della difesa di Angela, una
controversia che ha agitato una quindicina di anni fa la comunità dei fisici
e dei chimici per poi discutere del rapporto che dovrebbe intercorrere tra
medicina e scienza. Ci si è riferiti alle prolungate polemiche e
contestazioni che hanno impegnato la comunità scientifica a seguito della
pubblicazione, nel 1988, sulla rivista scientifica britannica Nature, di un
articolo firmato da un gruppo di ricerca coordinato dal biologo francese
Fenomeno prodigioso
L'articolo riferiva di un fenomeno prodigioso: la reazione di degranulazione
verificatasi in una soluzione a una concentrazione di 10-120 M. Da qui la
dottrina della cosiddetta "memoria dell'acqua" che dava vigore a quanti
erano alla ricerca di un fondamento teorico alla terapia medica di
Hahnemann. Questa, oltre che sul principio ippocratico del similia similibus
curentur, si fonda su di un impianto costituzionalista e sull'utilizzo di
principi attivi (di origine vegetale, minerale o animale), diluiti
progressivamente di un fattore 10 (dh1) o 100 (ch1) attraverso un processo
di succussione e dinamizzazione. L'esperimento di Benveniste fu criticato
dalla maggioranza della comunità scientifica, ma diede comunque avvio ad una
serie di prove e controversie che condussero all'emarginazione dello
studioso francese. "Tuttavia - ribatte il dott. Ciro D'Arpa, presidente della Società italiana
di medicina omeopatica - rigorosi esperimenti condotti da Ennis (e
pubblicati su Inflammation Research nel 1999 e poi nel 2001), fra cui uno
studio multicentrico europeo realizzato in 4 laboratori indipendenti, hanno
poi confermato i risultati di Benveniste". Anche alcuni fisici sperimentali
hanno evidenziato, in soluzioni simili a quelle omeopatiche, caratteristiche
ben differenti da quelle del solvente di partenza. "Tutto questo, intanto, è
un contributo dell'omeopatia alla scienza e non certo, ancora, della scienza
all'omeopatia. Da sempre del resto i medici omeopati fondano la loro ricerca
su una propria metodologia. In buona sostanza da parte omeopatica si
contesta che la medicina attuale, pur riuscendo ad esercitare un notevole
controllo sugli organismi (umani e non), non fornisce un motivo valido per
negare linee diverse di sviluppo scientifico. Anche l'ingegneria genetica
(il progetto totalizzante della cultura bio-scientifica attuale) sarebbe
tenuta a confrontarsi con ipotesi medico-scientifiche alternative. Alcuni
dei centri più avanzati nel campo delle ricerche scientifiche applicabili
alla medicina omeopatica sono a Napoli: pensiamo agli studi di Vittorio
Elia, Emilio Del Giudice e di Roberto Germano e al gruppo Arti (guidato da
Claudio Cardella e Brunello Florio) che ha organizzato nel dicembre 1999 un
congresso internazionale sul tema "The hidden properties of water"
Linea dura, invece, da parte di quanti sono scesi in soccorso dell'ideatore
di SuperQuark, come Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini. "La scienza non
è come la filosofia - ha rilanciato Angela - non si possono far sentire
entrambe le campane e poi far decidere per conto proprio ai telespettatori".
Gli esponenti del Cicap (l'associazione fondata dallo stesso Angela per il
Controllo circa le affermazioni sul paranormale), tra i quali il chimico
Luigi Garlaschelli, si sono impegnati a definire i termini di una
"stroncatura scientifica" dell'omeopatia in base al principio di "non
plausibilità" (un farmaco senza molecole non può avere efficacia). Anche
Silvio Garattini e Ferdinando Aiuti si sono arroccati sulla trincea della
scienza unica e quindi della non-scientificità dell'omeopatia.
Gli italiani e l'omeopatia
Gli omeopati, ad ogni modo, non sono né pochi né soli. L'omeopatia resta una
prassi clinica diffusa e spesso apprezzata, ritenuta efficace in numerosi
ambiti terapeutici anche da medici di diverso orientamento culturale. Da una
indagine condotta Istat e dall'Istituto superiore di sanità nel 2001 si
possono avere cifre aggiornate sul fenomeno della diffusione delle "medicine
alternative" in Italia. Circa 9 milioni di italiani hanno fatto ricorso
almeno una volta, nel triennio 1997/1999 alle terapie non convenzionali. Si
tratta del 15,6 % della popolazione a fronte di una media europea che sfiora
già il 25%. La terapia più utilizzata è l'omeopatia. Vi fanno ricorso le
donne in misura maggiore, la fascia di età più favorevole è quella fra i 35
e i 54 anni, in prevalenza hanno un elevato titolo di studio. Il 7,7 % dei
bambini italiani ricevono, anche se non esclusivamente, un trattamento
omeopatico. Si segnala un incremento di accessi all'omeopatia,
all'erboristeria e all'agopuntura che oscillano fra l'8% e il 12% rispetto
ai dati del triennio 1992/1994. Nel 37,6% dei casi è il medico o, nel 38,7%,
un genitore a suggerirne il ricorso.
PS. perchè non provate a chiedere a TUTTA la CLASSE MEDICA italiana che cosa
ne pensano
di GARATTINI, AIUTI, CASSONE, POTREI CITARNE UN ALTRO NOTO o
come sia riuscita A PRENDERE IL NOBEL LA MONTALCINI...........beh..........
(Angela e non medici non interessa). Comunque accomodatevi e auguri.
Se volete criticare l'omeopatia fatelo pure ma
DATE UNA EDUCAZIONE SERIA AI VOSTRI FIGLI E NON MACCHIATEVI DI SANGUE
PER AVER COLLABORATO CON GENTE SIMILE !
Cordialmente PAOLO
Audiofilo
Caro Paolo la sua è la prima lettera
di dissenso che ricevo e per questa ragione mi ha fatto molto piacere, non si può aprire un dibattito infatti se si è tutti
d'accordo. Ma anche con lei, che mi pare mi abbia inviato solo degli
articoli di stampa, la discussione risulta difficile perchè non è chiaro se
lei condivide tali articoli anche se la chiosa lo farebbe
supporre. Non c'è che dire, una bella frase ad effetto! Ma è sicuro di non aver
citato per errore lo slogan di qualche movimento a cui lei probabilmente
appartiene ? (antivivisezione, antinucleare, antiOGM, antitrasfusione,
antivaccinazione, antiglobalizzazione, anticlonazione ecc)
Sergio Canini
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