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Un altoparlante alternativo di Sergio Canini
 
 
L'aggettivo alternativo non si riferisce al fatto, abbastanza ovvio, che il cono va avanti-indietro, ma alla possibilità che l'altoparlante, in quanto trasduttore dal regime elettrico a quello acustico,  funzioni secondo un diverso principio rispetto ad un modello convenzionale. La mia ipotesi trae la sua ragion d'essere dal fatto che l'altoparlante tradizionale è, nella catena audio, il componente che più necessiterebbe  di essere evoluto. Il disegno a sinistra (tratto da " La progettazione dei diffusori acustici" di Vance Dickason - edizioni Pagnini) mostra in sezione un moderno altoparlante. Rispetto ad un altoparlante antico le differenze riguardano più che altro il magnete al posto del quale c'era la bobina di campo, che serviva appunto a creare il campo magnetico nel quale si muove la bobina mobile. Intorno agli anni quaranta, la bobina di campo è stata sostituita dai finalmente disponibili nuovi magneti permanenti ad alta potenza e l'altoparlante da elettrodinamico si è trasformato in magnetodinamico però il principio di funzionamento è rimasto, fin dal principio, invariato, cioè a bobina mobile. Il disegno chiarisce più di ogni descrizione come funziona, tenendo conto che la bobina è percorsa dalla corrente del segnale. 
  Non ho mai trovato risposta alla domanda perché non esistano altoparlanti funzionanti con un altro principio anche se posso immaginare che i primi modelli, che erano a gamma intera, potevano rispondere meglio a questa condizione se l'equipaggio mobile, costituito da cono e sospensioni, era solidale ed azionato da una leggera bobina mobile. E forse questa è la risposta. o quanto meno, questa sarebbe la limitazione di un altoparlante azionato da un motore più pesante cioè quella di non poter avere una banda utile estesa. Ma se l'altoparlante servisse solo per le frequenze basse, fosse cioè un cosiddetto subwoofer? Si vedono altoparlanti di questo tipo che intanto hanno una bobina pesante (spesso a quattro strati anziché a due), inoltre montano, sotto il copripolvere,  un anello metallico di appesantimento. allo scopo di abbassare la frequenza di risonanza dell'equipaggio mobile. Ciò dimostra che il problema del peso dell'equipaggio mobile, in un subwoofer, è secondario. Sul fatto che un altoparlante  possa funzionare in base ad altri principi non vi sono dubbi.
La mia supposizione è che, come subwoofer possa funzionare meglio, nella fattispecie che possa avere un'efficienza più alta. Il secondo disegno a sinistra mostra  come potrebbe essere fatto un altoparlante a  magnete mobile, cioè con un tipo di motore diverso dal solito.   Naturalmente si tratta di uno schema di principio che per essere realizzato richiederebbe un serio progetto, nonché una adeguata sperimentazione ed ottimizzazione. Ma perchè limitarsi a pensare ad un motore di nuovo tipo e lasciare immutate le altre parti, anch'esse per alcuni aspetti obsolete o comunque migliorabili? Per esempio è dagli anni 50 che si ipotizza un altro tipo di membrana, per esempio piatta ed azionata da una  bobina di grosso diametro o da più bobine opportunamente disposte. Per la verità qualche realizzazione di questo tipo si è vista, una ventina di anni fa, però non ebbe successo perché i vantaggi non furono evidenti inoltre gli  audiofili, in genere conservatori, non gradiscono i prodotti tecnologicamente troppo innovativi. Il terzo disegno mostra una possibile soluzione per un altoparlante con membrana piatta e sostenuta solo da una cerniera superore. Anche in questo caso il principio di funzionamento è quello del magnete mobile. 
Lungi da me l'idea di legare il mio nome a quello di un nuovo altoparlante, ho voluto però, con i pochi mezzi a mia disposizione e mettendo insieme delle cose trovate nel mio laboratorio, costruire una altoparlante alternativo. Così, solo per vedere se funziona. Funziona! (perdonate il punto esclamativo, ammetto che è eccessivo). Come si vede dalla foto, è costituito da un telaio in legno  che sostiene un motore in cc (un motorino per registratori  cassetta) il cui asse è stato prolungato ed è solidale ad una membrana che si muove all'interno del telaio. I motori cc invertono il senso di rotazione invertendo la polarità della corrente che li alimenta e, se alimentati da corrente alternata ruotano avanti indietro con la frequenza della corrente. Insomma applicando il segnale amplificato al motorino, questo mette in vibrazione la  membrana che suona. Non era il caso che facessi misure, sono stati subito evidenti i limiti, soprattutto l'efficienza è parsa bassa, molto bassa. Però c'è da dire che intanto il motore  dovrebbe essere senza spazzole e, non dovendo fare una intera rotazione, dovrebbe essere simile a quello che si vede in fig. 3. Poi la membrana dovrebbe avere un'altra forma ed essere fatta di altro materiale..... Insomma abbiamo passato un quarto d'ora, voi a leggere ed io a fare il prototipo (forse mezz'ora).
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