C'è chi attribuisce
al crossover proprietà risolutive (un buon crossover fa un buon
diffusore) e ammira certi crossover (inglesi) pieni di componenti. Al
contrario il crossover deve essere riguardato con sospetto, tanto più
quanto più quanto più esso è complesso. Esso produce infatti anche
degli "effetti collaterali" come certi farmaci che fanno bene da una
parte e male dall'altra (personalmente ho preso un farmaco che citava.
fra i possibile effetti indesiderati, l'exitus = morte).
Gli effetti collaterali del crossover sono: la possibile distorsione
provocata dai condensatori e dagli induttori, (in particolare
dalle bobine se hanno il nucleo e questo non è dimensionato in
funzione della corrente che attraversa l'avvolgimento) inoltre (e
questo è puntuale ed ineliminabile) lo "sfasamento" e la "risonanza" .
Che i crossover producano sfasamento è noto, meno noto è l'effetto che
questo sfasamento produce sulla riproduzione, val quindi la pena che
io ricordi che un filtro del 2° ordine a 1000 Hz produce, nel
componente ad esso sottoposto, un ritardo nell'emissione del segnale
di circa 2 millisecondi. Ciò può sembrare trascurabile ma non lo è.
E'stato infatti dimostrato che ritardi di pochi microsecondi (ho detto
microsecondi) compromettono la percezione dei segnali impulsivi i
quali sono ben presenti nell'esecuzione musicale, ben registrati nel
CD (meno bene nel vinile) e ben riprodotti dall'amplificatore.
Aggiungo che alla frequenza di incrocio e per almeno un'ottava sotto
ed una sopra vi sono due altoparlanti che lavorano insieme per cui se
l'uno riproduce un suono, l'altro riproduce una specie di eco del
primo.
Sulla "risonanza" i testi sono più discreti, parlano di smorzamento
del filtro ma non dicono cosa si smorza. E' quindi il caso che io
dimostri non solo che questa risonanza esiste, ma che si verifica
anche quando il filtro è stato progettato nel migliore dei modi
possibili.
Mi riferisco ad un circuito di crossover frutto di una serie di tre
articoli apparsi su una nota rivista. La rivista ora non esce più, ma
i tre ricercatori che hanno progettato quel crossover sono ancora
attivi (stavo per dire a piede libero). Ho preso in considerazione
solo la sezione passa alto a cui è sottoposto il tweeter, ho
realizzato il circuito con componenti della massima qualità ed ho
sostituito il tweeter con una resistenza pura avente il valore esatto
per il quale era stato progettato il filtro.
Nel disegno di fig. 1 si vedono due curve. La 1-1 mostra la risposta
del circuito inserendo solo la prima cella di filtro cioè il
condensatore da 7,54 uf; la curva mostra la prevista pendenza di
attenuazione di 6 db/oct . La 2-2, ottenuta con l'inserimento della
seconda cella, (l'induttanza da 0,51 mH) mostra, in un
tratto della curva, che ora ha la prevista pendenza di 12 db/oct.
anche un incremento di livello rispetto alla 1-1, che
denuncia l'insorgenza di una risonanza. Tale
risonanza va dai 2500 Hz a oltre i 6000 Hz. La risonanza
non ha una grande ampiezza, raggiungendo a malapena i
2 db, sufficiente però da far udire i suoi effetti sotto forma di coda
sonora. Con circuiti non così ben progettati e realizzati con
componenti non a stretta tolleranza, su carico reale non
compensato, è facile raggiungere i 6 db.
Come si spiega l'aumento di livello? In regime di
risonanza il circuito costituito dall'induttanza e dalla
capacità vede aumentare la propria impedenza verso massa, cosa
che provocherebbe un aumento della tensione all'ingresso del filtro se
l'amplificatore non provvedesse a mantenerla costante. Può però
aumentare la tensione ai capi dell'induttanza e quindi ai capi della
resistenza; è inutile aggiungere che se al posto della resistenza si
pone il tweeter si misurerà un incremento di livello sonoro in
corrispondenza dell'incremento di tensione. Ma le curve più
significative sono quelle del dis. di fig. 2. ottenute pilotando il
circuito con un segnale ad onda quadra che è molto più adatto a
rappresentare il segnale reale (cioè quello musicale). Le due curve
hanno lo stesso significato di prima, ma in questo caso la curva 2-2
evidenzia una risonanza che copre tutta la gamma sottoposta al filtro.
Debbo anche precisare che le due curve non sono scambiate fra di loro,
la 2-2 mostra realmente che la pendenza di attenuazione è superiore
per il circuito con una sola cella. Viene quindi meno l'unica ragione
per cui il filtro a 12 db viene utilizzato, cioè ottenere una maggiore
pendenza, cosa che condanna definitivamente
questa tipologia.
Il dis. di fig. 3 esemplifica la presenza e la distribuzione delle
varie risonanze in un tipico diffusore a tre vie (sono a tre vie anche
i sistemi con sub più satelliti). Al di sotto dei 100 Hz vi è la
risonanza dovuta al sistema dei bassi per il quale altrove faccio un
discorso a parte, quindi c'è la risonanza del passabasso del woofer,
poi le due risonanze del passabanda del medio infine quella del
passaalto del tweeter.
Un diffusore di questo tipo suonerà come suonerebbe un pianista che
tenesse il pedale di risonanza costantemente abbassato.
Prima di proseguire e di vedere come si puo' fare a meno del crossover
debbo spiegare perchè si sono adottate queste soluzioni errate nel
progetto dei diffusori. La risposta è che i circuiti di filtro che lo
compongono erano invece bell'è pronti (prima che esistesse
l'HiFi) ad uso delle reti telefoniche e dei radioricevitori.
Ci si è limitati a modificarli quel tanto che bastava ed a riunirli in
un unico circuito a cui si è dato il nome immaginifico
di crossover, appunto. Gli intrinseci difetti del quale, uniti
a quelli degli altri componenti della catena HiFi hanno contribuito
poi a creare quel sound della musica riprodotta a cui qualcuno ha
attribuito il nome di HiFi. E quello è diventato il riferimento.
Ad onor del vero non sono mancati tentativi di uscire dal conformismo:
i diffusori elettrostatici
quelli planari, gli altoparlanti Ohm; e l'attuale ritorno degli
altoparlanti monovia (Lowther ecc.) non è forse un tentativo di
liberarsi del crossover?
La mia soluzione del problema è quella illustrata nel "Diffusore non
convenzionale"; si tratta di
sostituire il passa-basso elettrico con un sistema meccanico in pratica
un cilindro di
rete metallica riempito di lana di vetro e posto davanti al componente
da filtrare. Il cilindro ha il diametro pari a 8/10 del diametro del
cono (esclusa la sospensione) e l'altezza pari a 3/4 della precedente
misura. La fig. 4 mostra questo dispositivo progettato per un woofer
da 8".
Il passa-alto non sono riuscito ad eliminarlo, però un unico
condensatore in serie al tweeter sarà un compromesso accettabile anche
perchè se si provvederà a disaccoppiare fra di loro questi due
elementi con il prevedibile circuito di attenuazione non si creerà
neppure la risonanza dovuta all'accoppiamento fra la capacità del
condensatore e l'autoinduttanza della bobina mobile dello stesso
tweeter.
E' curioso come l'adozione del dispositivo descritto produca anche, in
questo caso, effetti collaterali favorevoli, forse più favorevoli di
quello per cui il dispositivo è nato, cioè di eliminare il crossover
elettrico.
I disegni che ora richiamo si riferiscono a rilevazioni fatte su
diffusori Bell. Si tratta di diffusori da me prodotti in passato. La
curva di fig. 5 mostra la risposta il frequenza del midrange Peerless
KO 50, che era utilizzato in quei diffusori, senza filtro (linea
continua) e con filtro elettrico del 2° ordine (linea tratteggiata) .
Si noti l'enfasi alla frequenza di break-up che
viene attenuata ma non eliminata dal filtro.
La fig. 6 mostra la risposta in frequenza dello stesso altoparlante
sottoposto al filtro meccanico. Mi sembra inutile fare commenti.
Le figure 7 e 8 mettono a confronto le curve di distorsione fra i due
sistemi di filtraggio: la distorsione è quella prodotta
dall'altoparlante, il filtro elettrico, che è posto a monte, non la
modifica, il filtro meccanico, a valle, riesce a contenerla (effetto
collaterale n° 1).
Le figure 9 e 10 mostrano la variazione dell'angolo di dispersione in
funzione della frequenza.
Il filtro meccanico si comporta anche come lente acustica, allargando
l'angolo di dispersione, per i suoni che hanno
lunghezza d'onda inferiore al diametro del filtro stesso
( Bernoulli) (effetto collaterale
n° 2)
La iperdirettività dell'altoparlante alle alte
frequenze oltre ad essere un grave difetto di per sè, ha anche
l'inconveniente di concentrare sull'asse del cono la distorsione di
alto ordine. Con il filtro meccanico si elimina sia l'iperdirettivià
sia la distorsione.
Sergio Canini
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